Miraculous: Vies Croisées

Scritta da Haiwan

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    Miraculous: Vies Croisées



    Titolo: Miraculous: Vies Croisées
    Autore: Haiwan
    Rating: Giallo
    Stato: In corso
    Genere: Avventura, Drammatico, Azione, Fluff

    Trama: La trama è sempre la stessa, non c'è un salto temporale, Marinette e Adrien non stanno assieme, non conoscono le loro identità, Papillon è il cattivo di turno, insomma è tutto nella norma.
    A parte una cosa: l'aggiunta di un personaggio creato da me.
    A Parigi arriva la portatrice di un Miraculous creduto distrutto da tempo. Non ha nulla a che fare con i 7 Miraculous che ormai tutti noi conosciamo.
    Durante il periodo di permanenza la giovane conoscerà i nostri due protagonisti e si affezionerà particolarmente ad Adrien. No, non traete conclusioni affrettate, Adrien è solo di Marinette u.u
    Come si evolverà la storia? Quale tremendo segreto nasconderà la nuova arrivata? E perché il suo Miraculous è diverso dagli altri?
    Buona lettura ;)




    Prologo



    Molti secoli or sono vennero creati dei gioielli magici che racchiudevano incredibili poteri: i Miraculous.
    Nel corso della storia gli eroi si sono serviti di questi gioielli in nome del il bene dell'umanità.
    Tra tutti due sono i Miraculous più potenti: gli orecchini della coccinella, che strasmettono il potere della creazione, e l'anello del gatto nero, che trasmette il potere della distruzione.
    La leggenda vuole che colui che avrà il controllo di entrambi otterrà il potere assoluto.

    Ma purtroppo non tutti gli eroi sono tali.

    « Pensi che lei sia pronta? »
    « Assolutamente sì. Dubiti della ragazza? »
    « Non di lei, dubito della profezia »
    « Tranquillo, andrà tutto bene... me lo sento, lei è quella giusta. Porremo fine a tutto questo. Insieme. »


    Milano, ore 7:35.
    Giugno ormai era arrivato e con lui anche quei maledetti esami che ti fanno stare in ansia per mesi solo per ottenere uno stupido pezzo di carta. Certo, prendere il diploma è comunque un traguardo da raggiungere, ma perché fare delle prove scritte ed orali??
    Ennesima giornata tipica di chi va a scuola, sveglia che suona, io che mi alzo maledicendo tutto e tutti, colazione, bagno, vestiti e viiiiiaaa verso nuove avventure.. noiose da morire.
    All'epoca non potevo immaginare che di lì a poco qualcosa avrebbe cambiato la mia vita per sempre. Ma di questo parleremo dopo.
    Come da programma finii la scuola ed ottenni con non poche difficoltà quell'agognato diploma. Presi 78 e, finalmente, potevo godermi il resto dell'estate.
    Però avevo un obiettivo ben preciso: fare un viaggio a Parigi. Cosa che, purtroppo, non potevo permettermi.
    Vivevo da sola con mio padre, un fotografo di moda. So a cosa state pensando: "Oh, è un lavoro che fa fruttare bei soldoni!" oppure "Oh, saranno ricchissimi!". Be', non viaggiate troppo con la fantasia.
    Purtroppo in quel periodo lavorava davvero poco, era già tanto se lo chiamavano due o tre volte a settimana e con tutte le spese che avevamo non me la sentivo proprio di chiedergli ulteriori soldi per un viaggio. E poi.. lui non lo doveva sapere.
    Così decisi di darmi da fare e di trovarmi un lavoro.
    Passai l'estate tra i tavoli di un ristorante a prendere ordinazioni e subire le urla del mio capo. Feci anche da babysitter e fortunatamente in quell'ambito m'erano capitati bambini già grandicelli e abbastanza tranquilli. Che bell'ambizione per un'aspirante fotografa eh?
    Alcune madri conoscevano la mia passione ed ogni tanto mi invitavano ai compleanni dei propri figli per farsi fare delle foto o dei filmini di famiglia, così mi intascavo dei soldini in più.

    Arrivò Settembre finalmente, e senza pensarci due volte presi il mio biglietto aereo Linate - Charles de Gaulle. Ero così felice.. il mio più grande desiderio si stava realizzando.
    Feci le valige e partii in mattinata.
    Durante il volo pensai a tantissime cose, specialmente agli ultimi due mesi, da quando trovai quella strana scatolina sul mio comodino, che in quel momento mi stavo rigirando tra le dita.. quei simboli rossi erano così enigmatici, mi perdevo continuamente in quella specie di labirinto rosso raffigurato sopra il cofanetto esagonale, chissà cosa significava..?
    In qualche modo me ne sarei occupata in un secondo momento, avevo ben altro a cui pensare.
    Avrei rivisto lui di persona, e non solo tramite le foto. Il momento era ormai vicino.
    A destarmi dai miei pensieri ci pensò l'altoparlante che annunciò l'imminente atterraggio dell'aereo.
    « Eccoci, siamo arrivati » Sussurrai portandomi il cofanetto nero vicino alle labbra, ero sicura che chi v'era all'interno sentisse quello che dicevo.
    « Metteremo la parola 'fine' a questa storia. Te lo prometto»
     
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  2. Aniereonhato
     
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    Waaah, voglio il continuo! *W*
     
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  3. yuki_geist
     
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    Wow, che bell'inizio...sei bravissima :wub: veramente, la tua FF é stupenda e straordinaria, come te♥

    Attendo anch'io un seguito... Non finirò mai di dirlo, sei fantastica!
     
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    Capitolo 1: Paris



    Parigi, casa di Marinette Dupain-Cheng.
    « Uff! Ma perché i compiti non possono farsi da soli? » Sbuffai per l'ennesima volta mentre mi accasciai a peso morto sulla scrivania.
    « Marinette! Non è il momento di poltrire! Domani hai una verifica e devi ancora studiare! » Disse una vocina in tono di rimprovero.
    « Tikki, in questi momenti vorrei davvero scambiarmi con te, così proveresti sulla tua pelle cosa significa essere una studentessa! » Ribattei, sospirando, aspettandomi una risposta dalla Kwami che però non arrivò. Alzai lo sguardo e la scorsi guardare fissa fuori dalla finestra.
    « Tikki? » Provai a chiamarla, ma sembrava essere entrata in una specie di trance. Mi alzai dalla sedia e mi avvicinai al piccolo spiritello rosso. « Ehi? Tutto a posto? » Le chiesi agitando una mano di fronte a lei.
    « Eh? Cosa? » Tikki sembrò risvegliarsi e scosse la piccola testolina per poi guardarmi con i suoi occhietti blu.
    « Stai bene? Sembravi pietrificata.. » Mormorai in tono piuttosto preoccupato.
    « Oh, sì sto benissimo, Marinette! Su, avanti, dobbiamo a finire i compiti! » Esclamò l'esserino rosso a pois neri, volteggiando sulla mia scrivania. Era strano vederla cambiare umore così improvvisamente, ma non ci diedi molto peso in quel momento.
    « Vuoi dire devo finire i compiti » La corressi, sbuffando una risata.
    Non avevo la minima idea che di lì a poco la mia vita, già di per sé fuori dal normale, avrebbe avuto una svolta inaspettata.

    Parigi, casa di Adrien Agreste.
    « Plagg!? Plagg! Dov'è il telecomando?! »
    « Oh, Adrien! Non puoi dare la colpa a me ogni volta che ti sparisce qualcosa! »
    « Siamo in due in questa stanza, e io sono un tipo abbastanza ordinato, e sono sicuro di aver lasciato il telecomando sul tavolino, dove lo lascio sempre! O si è spostato da solo, oppure un certo Kwami l'avrà scambiato di nuovo per qualcosa da mangiare per poi rimanerne deluso e lanciarlo chissà dove! »
    Il piccolo spirito nero roteò gli occhi verdognoli, sbuffando sonoramente per poi riprendere a mangiare il suo inseparabile Camembert.
    Sospirai, tanto sapevo che non mi avrebbe aiutato.
    Guardai ancora una volta sotto il divano, ma questa volta aiutato dal flash del mio telefono ed eccolo là, l'oggetto incriminato! Con una mossa pari a quella di un contorsionista allungai il braccio il più possibile per raggiungere quel maledetto telecomando e dopo un paio di tentativi riuscii ad afferrarlo.
    « Ha-ah! Preso! » Esclamai vittorioso sollevando l'oggetto come se fosse una spada. « No comunque grazie Plagg, il tuo aiuto è stato molto utile » Dissi con molto sarcasmo, girandomi verso il Kwami dalle sembianze feline, ritrovandomi però a parlare con il nulla.
    « ..Plagg? » Mi guardai attorno e notai la piccola macchiolina nera fluttuare davanti all'immensa vetrata di camera mia. Mi avvicinai a passo lento, osservando lo strano comportamento del minuto spirito della sfortuna.
    « Plagg che c'è? Hai visto qualcosa? » Tentai di chiedere, ma lui sembrava che non mi stesse ascoltando, il suo sguardo sembrava.. spento, come se fosse ipnotizzato.
    « Lui sta arrivando.. » Disse poi, non togliendo lo sguardo da.. qualsiasi cosa stesse guardando.
    « Cosa? »
    « Lui.. è.. qui.. » Mormorò. Cominciai a preoccuparmi.
    « Plagg di chi stai parlando? » Chiesi, ma non mi arrivò mai una risposta.
    Il Kwami nero scosse velocemente la testa e si guardò attorno confuso.
    « Eh? Chi? Cosa? Dov'è il mio Camembert?? » Esclamò leggermente innervosito.
    Tentai di dire qualcosa ma prima che lo facessi lui schizzò via e ritornò a mangiarsi quel puzzolente formaggio.
    "Ma.. cosa è appena successo..?"

    Parigi, casa del Maestro Fu.
    « Maestro! Maestro! » Esclamò il Kwami verde chiaro, uscendo fuori a gran velocità dal suo nascondiglio. Per poco non mi strozzai con il thè che in quel momento stavo bevendo.
    « Coff coff.. Wayzz, cosa c'è? Riguarda Nooro? Hai ancora sentito la sua aura? »
    « No, Maestro.. ho avvertito un'altra aura, l'aura di qualcuno che non sentivo da secoli.. qualcuno di estremamente oscuro.. »
    « Raccontami, voglio sapere tutto »

    Parigi, indirizzo sconosciuto.
    Inserii le chiavi nella serratura e dopo un bel po' di giri la porta si aprì, rivelando un piccolo appartamento all'interno.
    Presi un bel respiro e mi addentrai in quella vecchia casa, be' non era poi così vecchia, ma erano passati anni dall'ultima volta che ci ero stata.. .
    « L'ultima volta che sono stata qui avevo i capelli lunghi.. caspita, quanto tempo.. » Mormorai mentre il mio sguardo osservava quel luogo pieno di ricordi.
    « Va bene, ora puoi uscire fuori, amico mio » Dissi aprendo il cofanetto esagonale nero, nel quale v'era un gioiello che s'illuminò all'istante ed una scia di luce schizzò fuori dall'oggetto e si mise davanti a me.
    La sfera di luce pian piano svanì e si rivelò poi essere un mammifero. Un carnivoro per la precisione.
    « Whoah! Dopo diecimila anni lì dentro uno si ritrova col collo tutto incriccato! » Esclamo con una smorfia di dolore sul muso.
    A quell'affermazione risi fino a sentirmi quasi soffocare.
    « Primo: non rubare le citazioni altrui! E secondo... diecimila anni? Ma se ci sei stato solo per un giorno dopo due mesi di piena libertà! » Esclamai per poi dirigermi verso l'uscita e afferrare le valige, trascinandole all'entrata.
    « ...sei una guastafeste! » Disse lui mettendo il broncio. Per essere un animale era molto espressivo.
    Dopo aver messo a posto le borse mi voltai verso il mio Kwami e notai subito che il suo sguardo era preoccupato: potevo immaginare per cosa.. dopotutto ci aspettava un compito molto importante.
    « Secondo te li troveremo proprio qui a Parigi? » Domandai, facendolo ridestare dai suoi pensieri.
    « Certo, sento la loro aura.. loro sono qui » Rispose sicuro di sé.
    « Eeeee.. dopo che li avrò incontrati.. cosa devo dire esattamente? » Chiesi con un tono un po' incerto.
    « La verità. Nient'altro che la verità »

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    Bene bene, sono felice di sapere che la storia vi stia piacendo! x3
     
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  5. Aniereonhato
     
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    CITAZIONE
    « Whoah! Dopo diecimila anni lì dentro uno si ritrova col collo tutto incriccato! »

    Appeno ho letto questa frase ho cominciato a canticchiare "Un amico come me" :')

    Continua così, complimenti! :wub:
     
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  6. yuki_geist
     
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    Stupendo. In un'unica parola. :wub:
    intrigante e piena di suspense... O tu sei una scrittrice nata o sono io che sono pazza. Mi piace un botto! La trama é avvincente e perfetta sotto ogni punto di vista, la leggerei per tutto il giorno ♡.♡
    Attendo il seguito :lol:
     
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    Capitolo 2: Coincidenze?


    « Buongiorno, parigini! Ed ecco le notizie del giorno: questa notte alcuni testimoni hanno affermato di esser stati aggrediti da una misteriosa creatura, sentiamo alcune testimonianze »
    « Oh, ma certo! Era una bestia enorme! Sarà stata alta due metri, se non di più! »
    « Aveva degli artigli spaventosi, ma la cosa peggiore era la bocca! Con quei denti orribili.. uh! Ho ancora i brividi! »
    « Sembrava avere una forma umana.. ma allo stesso tempo animalesca.. e aveva la pelliccia, ne sono sicura »

    "Sarà un altro akumizzato..?"
    « Marinette! Sbrigati o farai tardi di nuovo! »
    « Sì mamma! Ho quasi finito! »

    Scuola Françoise Dupont
    « Marinette! Che è successo oggi? Sei arrivata in tempo! » Esclamò Alya sorpresa, dandomi una pacca amichevole sulla schiena.
    « Hehe, hai visto? Persino io, Marinette Dupain-Cheng sono in grado di arrivare per tempo a scuola! Ma piuttosto, non vedo Adrien.. »
    « Quando sono arrivata non c'era, e nemmeno Nino l'ha visto, ma non preoccuparti, sono certa che arriverà »

    "Se non fosse stato per Plagg sarei già a scuola! Maledetto il suo stomaco e maledetto Camembert!"
    Non so cosa successe quella mattina, chiamatelo 'Fato' o 'Destino' fatto sta che mentre mi preparavo per la scuola improvvisamente mi lanciai di peso sul divano e senza accorgermene mi sedetti proprio sopra una scatola di Camembert, aperta tra l'altro, e mi imbrattai i pantaloni di quel puzzolente formaggio.
    Naturalmente poi persi ancora tempo nel levarmi gli indumenti e cercarne altri puliti, e così uscii di casa più tardi del solito.
    Durante il viaggio guardai fuori dal finestrino e dato che quel giorno il 'Gorilla' prese la macchina e non la Limousine. Non aveva i vetri oscurati perciò le persone da fuori potevano vedere all'interno del veicolo.
    Prese la solita strada, ma qualcosa attirò la mia attenzione, qualcosa di davvero insolito per me.
    Vidi una ragazza sopra a uno skateboard andare a una velocità davvero elevata, quasi come un'auto. La sua espressione era sicura e decisa, sapeva quello che stava facendo. Improvvisamente il suo sguardo si spostò nella mia direzione, probabilmente si era accorta che la stavo fissando, e i nostri occhi s'incrociarono. La sua espressione mi sorprese, perché non era da "Che hai da guardare?" ma era piuttosto sorpresa e.. incantata? Probabilmente mi conosceva, visto che sono su quasi tutte le riviste di Parigi, perciò la sua reazione non era una novità per me.
    Feci un sorriso e la salutai con la mano, lei fece lo stesso ma quello che successe dopo mi spiazzò sul posto.
    In pratica lei per tutto quel tempo non aveva guardato dove andava e andò dritta a sbattere contro un cartellone e di conseguenza si fece un volo per terra.

    Quel giorno avevo deciso di farmi un giro sullo skateboard per rendere più divertente il mio giro da turista nella meravigliosa Parigi.
    Andai in centro e feci lo slalom tra le persone, sempre stando attenta a non urtarle o a passarci troppo vicino. Poi svoltai a destra e la strada era completamente deserta, così aumentai la velocità e spinsi sempre di più con il piede.
    Era una sensazione meravigliosa: il vento tra i capelli, la sensazione di pericolo, l'adrenalina che mi scorreva nelle vene.. era meraviglioso!
    Però in quel momento fu interrotto da una strana sensazione, come... se qualcuno mi stesse osservando; mi guardai in giro, ma non vidi nessuno su quella strada, poi improvvisamente un rumore alla mia sinistra attirò la mia attenzione e vidi un'imponente macchina grigio scuro che stava accelerando.
    Ma non fu tanto l'auto in sé a turbarmi, quanto la persona all'interno.
    Un ragazzo, sui sedici anni, aveva i capelli di un colore paragonabile ai campi di grano, e gli occhi verde chiaro.. quegli occhi.. .
    "È.. è lui..? Oh cazzo sì è lui! Ommioddio! E adesso che faccio?! Co-cosa.. mi sta salutando?! P-perché mi saluta?? Argh, riprenditi e saluta anche tu!"
    Le mie labbra formarono un timido sorriso e ricambiai il saluto, ma qualcosa interruppe bruscamente quel momento.
    Mi accorsi solo all'ultimo momento di quel cartellone rigido, non ebbi il tempo di svoltare o fare qualsiasi cosa e accadde l'inevitabile: mi scontrai contro quell'oggetto.
    Data l'elevata velocità presi una bella botta e scivolai per colpa delle ruote della tavola e caddi all'indietro. Fortunatamente riuscii a girarmi sul fianco, in modo da non battere la testa al suolo, ma il mio gomito subì tutto il peso del mio corpo e attutì la caduta, sentii un male atroce in quel punto.
    « Ooooii... i-il goooomitooo! Uff! Mi sono slogata qualcosa.. » Mormorai dolorante mentre mi sdraiavo sulla schiena. Avevo il sole in faccia e così non vidi che qualcuno si era avvicinato a me.
    « Hey? Tu vas bien? Tu m'entends? » Disse una voce, era un maschio, probabilmente giovane.
    « ....eh? Cosa? » Chiesi, cercando di guardare l'interlocutore, riuscii a vedere solo una sagoma ma quando questa si accucciò accanto a me e la sua testa coprì il sole riuscì a scorgere due iridi verdi che mi osservavano senza alcuna espressione di scherno o irrisoria, ma piuttosto si leggeva una grande preoccupazione.
    Il mio cuore perse un battito.
    Era lo stesso ragazzo che era nell'auto.
    « Ça va? » Ripeté lui. Nel frattempo il mio cervello era esploso e dovevo rimettere a posto i pezzi, ma purtroppo quello che uscì dalla mia bocca era completamente diverso da quello che avevo pensato.
    « Oh, sì! Cioè yes! Cioè no, ja! Da! Oh, dannazione! Oui! Oui! Je vais bien » Dissi balbettando, e come se non bastasse feci una confusione immensa con le lingue.
    Il biondino mi guardò un po' confuso ma non ci fece troppo caso (almeno così ho sperato) e mi aiutò ad rialzarmi.
    « Merci » Dissi mentre passavo le mani sui vestiti per mandare via la polvere.
    « Sei sicura di stare bene? Hai fatto un bel volo.. » Mi chiese lui, nel frattempo io raccolsi tutta la mia buona volontà per ricordarmi le cose da dire in francese e di non fare ulteriori figuracce.
    « Sì sì! Sono sicurissima, piuttosto.. non era il caso che fermassi la macchina per me.. » Mormorai distogliendo lo sguardo.
    « Era il minimo, dopotutto è anche colpa mia se sei andata a sbattere » Disse passandosi una mano tra i capelli, era sia imbarazzato che dispiaciuto.
    Gli sorrisi e rimanemmo a guardarci per una manciata di secondi. Ce l'avevo lì, davanti a me.. Adrien Agreste.. non potevo crederci. Il mio cuore batteva all'impazzata.
    Quel momento fu interrotto abbastanza bruscamente a causa del suo autista che suonò il clacson.
    « Oh, adesso devo proprio andare.. ci vediamo allora, e stai attenta » Disse lui avviandosi verso l'auto.
    « Direi che questo è un giorno da ricordare.. » Sussurrai mentre raccoglievo il mio skate.

    « CHE COSA HAI FATTO?! » Urlò il Kwami dal pelo argenteo.
    « Eddai, Wolfie! Non ho fatto niente di male! E poi è stato assolutamente casuale! » Esclamai con le mani avanti, cercando di giustificarmi.
    « E menomale che ti avevo detto di non attirare l'attenzione! Ma cosa devo fare con te? » Sospirò esasperato.
    Quando tornai a casa raccontai quello che era successo allo spiritello dato che aveva notato che avevo il braccio dolorante, peccato che non aveva preso bene la notizia del mio incontro con il modello francese.
    « Senti, non è successo nulla, va bene? Sono caduta e lui mi ha aiutata. Tutto qui. Anzi, è stato anche molto gentile.. » Dissi per provare a convincerlo, ma niente da fare.
    « Te ne prego, non fidarti troppo di lui.. oggi sei uscita senza di me ma d'ora in poi sarò la tua ombra, intesi? » Domandò con tono severo.
    « E sai cosa vuol dire questo? » Chiesi alzando un sopracciglio.
    « Sì, lo so. Ma non ho scelta » Rispose molto seccato.
    « Allora ti prendo il collare e il guinzaglio, mio caro cagnolino » Decretai, sottolineando l'ultima parola, inutile dire che mi guadagnai un'occhiataccia da parte del Kwami.
    Vedete, lui non era un Kwami come gli altri, ovvero tenero e piccolo e capace di volare, come avrebbe dovuto essere, no.. lui era un animale vero e proprio, dimensioni comprese.
    Infatti era un bellissimo lupo dal manto grigio con sfumature argentee su tutto il corpo, e gli occhi erano di un giallo acceso, meravigliosi.
    Il suo vero nome era Ronn ma io lo chiamavo Wolfie, sia per proteggere la sua identità e sia perché mi piaceva di più chiamarlo così. Ormai era il suo soprannome.
    « Che cosa umiliante.. » Mormorò mentre gli mettevo un collare di cuoio marrone scuro con la targhetta identificativa.
    « Be', parole tue: "Non dobbiamo attirare l'attenzione". Pensi che passeremo inosservati se ti lasciassi libero e senza collare? » Domandai, anche se era retorica.
    « No, ovviamente no.. ma è comunque seccante, prova tu ad avere una cosa che ti stringe il collo tutto il giorno » Ringhiò il lupo. Non potevo dargli torto, ma era l'unico modo per risultare 'normale'. Anche a Milano facemmo la stessa cosa e quando mi chiedevano la sua razza ogni volta rispondevo una cosa diversa. Certe volte dicevo che era un Cane Lupo Cecoslovacco, altre che era un Cane Lupo di Saarloos, altre che era un incrocio con un Pastore Tedesco, insomma a momenti non sapevo più cosa inventarmi.
    « Stai tranquillo, Wolfie.. ritornerai come prima, ne sono sicura » Dissi dolcemente mentre gli accarezzavo la testa.
    « Già, mi auguro che questa missione abbia successo.. e ricordati di levarmi il collare prima di trasformarti, o il tuo- »
    « O il mio Miraculous potrebbe danneggiarsi » Finii la frase al posto suo, ormai sapevo a memoria le sue raccomandazioni. « Lo so, non sono così distratta, su.. »
    La nostra conversazione fu interrotta da un movimento brusco di Wolfie, infatti si voltò di scatto verso la finestra con le orecchie ben dritte e tese in avanti.
    « È risalito in superficie, è tornato all'attacco » Disse serio. Immediatamente gli sfilai il collare e lo gettai sul comodino con noncuranza.
    Era arrivato finalmente il momento di un po' d'azione.
    « Ronn, trasformami! »


    Un'immagine di Ronn :3
    Programma usato: www.dolldivine.com/wolf-maker.php

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  8. yuki_geist
     
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    W.W MA QUANTO É BELLO RONN! É STUPENDO, come la tua storia ♥
     
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7 replies since 3/9/2018, 23:18   75 views
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